A completamento del nostro primo articoletto sul ruolo del Rhizobium nell’azoto fissazione (soia), vi proponiamo una integrazione fotografica, per documentare la presenza dei noduli nella fase di sviluppo “terza trifoliata” e per comprendere come verificare se i batteri siano attivi.

Nelle due foto sottostanti è possibile notare lo sviluppo dei noduli, anche se in numero apparentemente insufficiente rispetto a quanto riportato in bibliografia (prevalentemente americana). Infatti allo stadio V3 (terza trifoliata) dovrebbero essere presenti almeno 6/8 noduli per pianta. Possibile che non si sia prestata la dovuta accortezza nell’asportare le piante dal suolo. Vi consigliamo di dotarvi di vanga, di asportare una buona porzione di terreno e successivamente di lavare le radici sotto acqua corrente a bassa pressione o immergendo le piante in un recipiente. Noterete anche che le dimensioni dei noduli possono essere molto variabili.

Esiste un modo per comprendere se a livello dei noduli sta avvenendo oppure no l’azotofissazione ?

  • Se nella sezione il nodulo presenta aree o macchie di colore rosato (indice della presenza del complesso leghemoglobina) allora ivi avviene la fissazione dell’azoto;
  • Se nella sezione il nodulo appare completamente bianco o verde significa che in quel sito non avviene la fissazione ma che comunque sono presenti i batteroidi: probabilmente una errata comunicazione molecolare-biologica tra batteroide e pianta ha di fatto bloccato il rapporto di simbiosi mutualistica;
  • Se nella sezione il nodulo appare di colore grigio o marrone significa che in quel nodulo non solo non avviene la fissazione dell’azoto ma che anche i batteroidi sono morti e che è in corso un processo di degradazione.

Nelle foto a seguire, sezionando alcuni noduli, abbiamo messo in evidenza due delle tre situazioni elencate. Nelle prime due foto, si nota in maniera molto marcata la colorazione rosata (potremmo dire quasi rossastra) che indica quindi che l’azoto fissazione sta avvenendo.

Nell’ultima foto, la colorazione interna del nodulo appare invece biancastra (con qualche area tendente al grigio marrone), il che sta ad indicare che probabilmente il batterioide è presente ma non sta “lavorando”, non sta azotofissando.

In assenza di noduli o in presenza di noduli non attivi (o peggio, senza la presenza del batterioide)  è opportuno prevedere un piano di concimazione a sostegno delle esigenze azotate della coltura.

link al primo articolo: https://www.lg-italia.it/agriblog/soia-il-ruolo-del-rhizobium-nellazotofissazione/

photo credits: archivio fotografico limagrain