Chi ha seminato mais lo sa bene: in questo periodo parte il “toto previsioni” sulle quotazioni e, nonostante sia praticamente impossibile avere adesso un’idea concreta dei prezzi a fine agosto-primi di settembre, vale la pena dare un’occhiata a come stanno andando le cose per i “fratelli maggiori” dei maiscoltori italiani, i farmers statunitensi.

Partiamo subito con il dire che nel Corn Belt (il principale areale maidicolo Usa, che comprende gli stati di Iowa, Illinois, Indiana, Michigan, Ohio, Nebraska

orientale, Kansas orientale, Minnesota meridionale e parte del Missouri) quest’anno gli agricoltori hanno seminato un po’ di mais in meno rispetto allo scorso anno.

Secondo gli ultimi dati dell’Usda (United States Department of Agriculture – il dipartimento per l’agricoltura americano), citati anche in un articolo del Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-03-31/tutti-pazzi-il-sorgo-semine-record-stati-uniti-213159.shtml?uuid=ABGo9QID ) nei campi Usa verranno seminati 89,2 milioni di acri (circa 36 milioni di ettari), una superficie di poco inferiore (-1,5%) rispetto a quella della precedente campagna, ma quando i numeri sono così grandi anche variazioni lievi sono in grado di modificare gli equilibri, estremamente volatili, del mercato mondiale di questa commodity.

Inoltre il maltempo sembra stia rallentando le semine, sempre secondo l’ultimo rapporto dell’Usda sui progressi delle semine aggiornato a domenica 19 aprile (consultabile a questo link (http://usda.mannlib.cornell.edu/MannUsda/viewDocumentInfo.do?documentID=1048) segnala che, nei 18 Stati che nel 2014 hanno seminato il 92% della superficie totale a mais, si è raggiunto solo il 2% di superfici coperte contro la media del periodo del 5%.

E’ comunque decisamente presto per sperare che i problemi nella Corn Belt cambino radicalmente la situazione, l’analista di Farm Futures Bob Burgdorfer segnala infatti (http://farmfutures.com/story-afternoon-recap-bob-burgdorfer-22-30795) che nell’altro colosso del mais, l’Argentina, le semine di mais e soia procedono senza problemi e su superfici analoghe a quelle della scorsa campagna.

Inoltre Burgdorfer stima che il prossimo report, atteso per il 20 aprile, segnerà un 12% di superfici seminate, in netto recupero nonostante le piogge nel Midwest. Insomma, il meteo dovrebbe rimettersi a posto e i farmers americani dispongono di attrezzature e logistica in grado di recuperare il tempo perduto. Stando ad altre interviste riportate su vari siti nemmeno l’umidità del suolo, che verrebbe da pensare sia elevata a causa delle precipitazioni, sembra preoccupare gli agricoltori Usa, anzi.

Per adesso il mercato nazionale del mais non ha risposto a queste notizie, le quotazioni di questo periodo si sono infatti stabilizzate dopo un leggero, ma costante, rialzo nell’ultimo mese.

Vi terremo informati.

Photo credit: Lg seeds USA