Sementi: Certificate è meglio

Acquistare sementi certificate è il primo passo verso la qualità dei raccolti e i migliori ritorni degli investimenti, anche in ottica di tracciabilità e di filiera

Produrre sementi certificate richiede altissimi livelli di professionalità ed esperienza, a partire dalla ricerca di nuove varietà, proseguendo poi con il loro sviluppo in chiave agronomica e terminando infine con la cura maniacale nella moltiplicazione in campo a fini commerciali. Il tutto, assecondando al contempo le richieste della filiera in termini di caratteristiche tecnologiche dei cereali, come per esempio il contenuto e la qualità delle proteine, l’indice di glutine, ecc.

A favore invece degli agricoltori, la ricerca elabora genetiche sempre più produttive in termini di tonnellate per ettaro e al contempo migliori dal punto di vista qualitativo e sanitario. Ciò permette anche di minimizzare l’uso di mezzi tecnici e fertilizzanti, con i relativi risparmi economici e ambientali. Inoltre, visti i cambiamenti climatici in corso, nei laboratori si lavora assiduamente per sviluppare nuove varietà tolleranti alle temperature più elevate e alle conseguenti limitazioni della risorsa idrica. Uno sforzo quindi immenso, quello della produzione di sementi dei cereali a paglia, settore che nel 2020 ha interessato circa 108mila ettari solo in Italia.

Dal punto di vista economico, sempre nel Belpaese, ciò si traduce in oltre 200 milioni di euro, posizionandosi al secondo posto in termini di fatturato per il settore sementiero nazionale, pari questo a circa un miliardo di euro. Per sostenere l’intero comparto è quindi fondamentale investire ulteriormente nella ricerca scientifica, rafforzando al contempo il sistema di certificazione delle sementi stesse. Ciò perché tanto lavoro deve essere valorizzato a favore dell’intera filiera, partendo dalla tracciabilità delle produzioni già dalla semina. La certificazione delle sementi è quindi il primo passo per assicurare maggior valore e sicurezza al sistema cerealicolo nazionale nel suo insieme, a partire dalla garanzia di purezza di quanto seminato rispetto alla varietà dichiarata. Un comparto, quello cerealicolo certificato, che deve quindi crescere ulteriormente in futuro in termini di competitività commerciale, nonché di sostenibilità tecnologica e ambientale. Un processo virtuoso che può alimentarsi solo attraverso la diffusa comprensione del valore intrinseco che ogni certificazione porta in sé.
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