Primo intervento di concimazione per i cereali a paglia

Individuare il momento corretto per effettuare il primo intervento di concimazione per aiutare e preparare la coltura alla ripresa primaverile a volte corrisponde con le ultime gelate invernali (eventualmente anche solo notturne).

Attualmente, le temperature particolarmente alte rispetto alle medie storiche stagionali influiscono sulla fisiologia della pianta che nel caso delle semine più precoci (metà ottobre) sta vegetando in maniera rigogliosa.

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Le parole chiave alla base di un buon piano di concimazione sono 3:

  • quanto
  • quando
  • cosa

In linea teorica, per il grano, per ogni tonnellata di produzione attesa, l’assorbimento di azoto (dose di asportazione) è variabile tra i 20 e i 30 kg.

Basandoci quindi su un semplice calcolo matematico, nell’ipotesi di produrre 8 ton/ha, la coltura necessiterà da un minimo di 160 unità ad un massimo di 240 ad ettaro (dose di asportazione).

Nel caso di produzioni attese minori, per ovvi motivi, ci si regola di conseguenza. Occorre poi tenere conto delle restituzioni dovute alle colture in precessione.

La concimazione dipende anche dalla tipologia di grano che si è seminato:

  • Grani Biscottieri: fabbisogno di azoto basso, mediamente 20 kg per ton/ha di produzione
  • Grani panificabili: fabbisogno medio pari a 25 kg per ton /ha di produzione
  • Grani Panificabili Superiori e di Forza: fabbisogno medio pari 30 kg per ton/ha di produzione

La forbice è ampia, tuttavia non è possibile, per quanto sopra elencato fornire un valore che sia univoco.

Il frazionamento potenziale può essere così strutturato:

  • Primo intervento: 35-40% dose totale (accestimento), con Azoto Nitrico o a cessione graduale
  • Secondo Intervento: 45-50% dose totale (levata), preferendo concimi azotati con zolfo per favorire la formazione delle proteine
  • Terzo intervento: 15 % dose totale (foglia bandiera, fioritura), fondamentale per migliorare la qualità

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Il concime azotato più utilizzato e parallelamente più indicato per i cereali a paglia è il Nitrato Ammonico. L’azoto nitrico si presta ad essere il fertilizzante ottimale perché è a pronto effetto, subito disponibile per l’assorbimento della coltura anche a basse temperature

Ad oggi, considerando l’andamento climatico, possiamo supporre che nel primo intervento (15 febbraio/15 marzo), sia stata utilizzata una dose di azoto variabile tra 40 e 60 Kg ad ettaro. Nella pratica, quindi, se è stato utilizzato Nitrato Ammonico con titolo 26% sono stati distribuiti 150 e 230 kg di concime.

NB: per le varietà biscottiere si consigliano solamente due concimazioni, evitando quella alla foglia a bandiera che provoca l’innalzamento delle proteine e del W che cambierebbero le caratteristiche reologiche della granella.

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