Dicembre: dopo le piogge La Niña

Dopo un mese di precipitazioni continue su ampie porzioni d’Italia, si prospetta un ulteriore aggravamento del meteo in conseguenza di un fronte atlantico carico di precipitazioni e di freddo pungente

Dopo un ottobre particolarmente siccitoso, che ha toccato diverse province italiane a partire da quelle piemontesi di Alessandria e di Asti, da inizio novembre le piogge sono tornate copiose sulla maggior parte dello Stivale, talvolta anche assumendo carattere alluvionale come accaduto per esempio nel Catanese nei primi giorni del mese di novembre.
D’altro canto, pur a fronte di temperature medie superiori alla norma del mese, le precipitazioni novembrine hanno avuto il merito di ricaricare le falde acquifere e di apportare precipitazioni nevose sui rilievi sopra i 1.500 metri, a garanzia di maggiori riserve idriche per la stagione 2022. Ovviamente a patto che l’inverno prosegua nel suo cammino, ricaricando cime, laghi e falde.
Se al momento non è possibile stimare cosa avverrà a cavallo del 2021 con il 2022, appare invece probabile che nell’immediato futuro gli scenari possano evolvere ulteriormente verso precipitazioni copiose e abbassamenti considerevoli di temperatura, realizzando a fine novembre e inizio dicembre delle condizioni meteo più simili a quelle che normalmente si riscontrano a gennaio.
Ciò sarebbe dovuto all’arrivo anche sull’Italia di una perturbazione alimentata da La Niña, schema climatico ricorrente e ciclico che causa alterazioni di temperature e precipitazioni a livello globale. Qualcosa di analogo a El Niño, capace anch’esso di causare fluttuazioni climatiche indipendenti dai cambiamenti climatici ma che ad essi vanno in sovrapposizione.
Di norma si verificano su base periodica pluriennale, con i venti che lungo l’Equatore spingono le acque superficiali dell’Oceano Pacifico, più calde, da Est verso Ovest. Al contempo, l’acqua fredda degli strati oceanici profondi risale in superficie premendo sulle coste sudamericane. Quando in inverno si realizza il fenomeno detto La Niña, questi venti soffiano più a lungo e più intensamente del solito, raffreddando l’Oceano in modo anomalo. Ciò comporta alterazioni climatiche che si riverberano a livello globale, scatenando appunto perturbazioni che possono interessare anche l’Europa: il blocco anticiclonico che si sviluppa sul Pacifico settentrionale è accompagnato infatti da due zone di bassa pressione molto lontane fra loro ma simili per manifestazioni: la prima è generalmente posizionata sul Canada, mentre la seconda orbita soprattutto sull’Europa sudoccidentale, Italia inclusa.
Se le avvisaglie si confermeranno, e se La Niña dovesse davvero palesarsi nel pieno delle sue potenzialità, per diverse settimane il meteo prometterà temperature rigide e abbondanti piovaschi, con nevicate abbondanti e gelate precoci anche a bassa quota.
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