Il fenomeno, visibile in molti appezzamenti merita un piccolo approfondimento.

In questa fase immediatamente successiva alla semine dei cereali a paglia e precedente all’accestimento si evidenziano degli ingiallimenti fogliari che possono anche (nei casi più marcati) estremizzarsi in necrotizzazioni dell’apice.

In quali casi (precessioni colturali e tecniche di coltivazione) si riscontrano maggiormente questi fenomeni ?

Difficlie identificare precisamente situazioni agronomiche in cui si verificano questi fenomeni e altri in cui non accade, in linea generale, qualsiasi appezzamento indipendentemente dalla precessione colturale e dal tipo di preparazione del letto di semina può essere soggetto alla problematica; aratura, minima lavorazione, sodo, precessione colturale soia o mais non rappresentano le cause.

Circa la localizzazione all’interno degli appezzamenti, possiamo rilevare, sempre in linea generale che si verificano 4 casi tipo:

  • Aree di testata in cui maggiore è il calpestamento
  • Aree di limitate dimensioni distribuite in maniera casuale all’interno dell’appezzamento (meno frequenti)
  • Striature particolarmente evidenti in corrispondenza delle carreggiate create dalla trattrice durante le operazioni di semina
  • Striature particolarmente evidenti in corrispondenza dei doppi passaggi di seminatrice ( zone di sormonto tra andata/ritorno)

Generalmente, (come mostrato in foto) gli ingiallimenti sono molto più frequenti e marcati nelle aree di testata.

QUALI LE CAUSE ?

Essendo nelle primissime fasi di sviluppo e trovandoci in un periodo che ha visto abbondanti precipitazioni piovese la causa che porta a questi ingiallimenti è il RISTAGNO IDRICO.

Il RISTAGNO implica nel suolo una mancanza/riduzione di ossigeno nei pori (accentuata nelle testate, vicino ai fossi, nelle zone più “basse” e meno drenate, nei letti semina meno “drenanti”). La conseguenza sulla plantula è una mancanza/riduzione di attività radicale (sviluppo e assorbimento). Ne risente quindi l’intera fisiologia della pianta, diminuisce l’attività di fotosintesintetica e l’assorbimento di sali minerali, in primo luogo azoto, (accentuata nelle precessioni depauperanti, MAIS, e con elevata fittezza, raddoppi/sormonti di semina).

Sono fenomeni di sofferenza che in questa fase, se non si innescano altri problemi (es: insetti patogeni, residui diserbanti), sono temporanei e non lasciano traccia; l’accestimento primaverile potrà compensare eventuali fallanze.

Possiamo attivamente fare qualcosa per limitare l’ingiallimento in queste fasi iniziali ?

Diciamo che una cosa da EVITARE è quella di concimare con azoto, da quì e fino all’accestimento primaverile . Non otterremmo nessun beneficio sulla fisiologia della pianta, anzi la metteremmo ancora più in crisi.